Negli ultimi tempi ha preso il via un intenso dibattito tra gli addetti ai lavori in merito a forme di agevolazione pubblica delle attività di Ricerca&Sviluppo, cioè a soluzioni nuove e più efficaci rispetto al passato.
In particolare, le migliori attenzioni si vanno concentrando intorno alla necessità di sviluppare politiche di stimolo della ricerca attraverso la promozione della domanda pubblica di soluzioni innovative.
Gli strumenti a sostegno della domanda di innovazione sono in linea con la strategia Europa 2020, che sottolinea il ruolo chiave che può avere la Pubblica Amministrazione come driver di innovazione.
Nuovi strumenti per stimolare la ricerca
Il nuovo Programma Nazionale della Ricerca, coordinato dal Mur e di imminente approvazione in sede CIPE, introduce strumenti sperimentali per stimolare la ricerca e l’innovazione attraverso la domanda di soluzioni innovative, con lo scopo di sostenere l’innovazione attraverso la leva della domanda, sia essa pubblica, sia mediata dall’interazione con gli utenti.
Cosa è il Pre-commercial Procurement
Tra gli strumenti sperimentali indicati assume particolare rilevanza il Pre-commercial Procurement. Si tratta dell'appalto pubblico orientato alla realizzazione di una serie di attività di ricerca e sviluppo finalizzate a progettare, produrre e sperimentare prototipi di prodotto/servizio non ancora idonei all'uso commerciale ma che potrebbero presto affacciarsi al mercato una volta perfezionati e industrializzati.
Il Pre-commercial Procurement, anche sulla base delle esperienze realizzate negli ultimi anni sia a livello centrale sia a livello regionale, costituisce la principale azione di sostegno all'innovazione attraverso la domanda pubblica, prevedendo interventi che realizzano benefici duali: da un lato offrono alla collettività soluzioni innovative a problemi di natura sociale, dall’altro stimolano le imprese a sviluppare soluzioni innovative sulla base delle quali consolidare nuove opportunità di mercato.
Il ruolo della rilevazione dei fabbisogni
Fondamentale, in tale quadro, assume lo svolgimento preliminare, con l’aiuto delle amministrazioni locali, di una seria rilevazione dei fabbisogni di innovazioni nei servizi di interesse generale non soddisfatti, anche parzialmente, da soluzioni tecnologiche e/o organizzative già presenti sul mercato, per adottare successivamente azioni mirate di promozione e valorizzazione della R&S, attraverso lo strumento dell’Appalto Pre-Commerciale.
Il Pre-commercial Procurement, dunque, rappresenta una procedura speciale di acquisto di servizi di ricerca e sviluppo finalizzata alla produzione o al sostanziale miglioramento di beni e servizi innovativi.
L’iniziativa del Mur
Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca si è segnalato, in questi ultimi anni, come uno dei soggetti “pionieri” nell’adozione, a livello nazionale, di politiche e strumenti innovativi, quali appunto il Pre-commercial Procurement.
Infatti, già nel marzo 2013, sfruttando specifiche risorse finanziarie di origine comunitaria, il Mur, d’intesa con il Mise, ha lanciato una call rivolta alle amministrazioni pubbliche locali per raccoglierne i relativi fabbisogni di innovazioni intorno ai quali costruire gli appalti pubblici di pre-commercial procurement.
Sono state selezionate e individuate 42 Manifestazioni di interesse, 30 delle quali attribuite direttamente alla competenza del Mur per un controvalore stimato di 90 milioni di euro.
La collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale
Al fine di dare un seguito efficace alle azioni previste, in data in data 28.4.2015 il Mur ha sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid), in quanto soggetto istituzionale con una mission specifica sul tema degli Appalti Precommerciali.
Gli interventi Mur sono stati analizzati, con il supporto di AgID, e raggruppati in “cluster” per tematiche omogenee.
Sono stati quindi selezionati i primi cluster pilota, per i quali nell’ultimo anno sono partite le prime gare per un valore di circa 20 milioni di euro.