Il Protocollo di Nagoya
Il Protocollo di Nagoya - adottato nell’ambito della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) - regola l’accesso alle risorse genetiche e la condivisione equa dei benefici derivanti dal loro utilizzo (Access and Benefit-Sharing, ABS), allo scopo di garantire la conservazione della biodiversità attraverso l’uso sostenibile delle sue componenti.
Il Protocollo si propone di creare un regime internazionale per l’accesso alle risorse genetiche e alle conoscenze tradizionali a esse associate, al fine di assicurare un’equa e sostenibile ripartizione dei benefici tra utilizzatori – ad esempio ricercatori o enti di ricerca – e Paesi fornitori e comunità locali, secondo termini reciprocamente concordati.
Chiunque intende effettuare attività di ricerca e sviluppo utilizzando una risorsa genetica di un Paese firmatario deve attenersi alle regole e procedure di accesso previste dalla normativa locale, prevedendo la condivisione dei benefici economici e non economici derivanti da questo utilizzo (condivisione dei profitti, trasferimenti tecnologici e di conoscenze, ecc.).
Il Regolamento (UE) n. 511/2014
Per dare attuazione al Protocollo, l'UE ha adottato il Regolamento (UE) n.511/2014 sulle misure di conformità per gli utilizzatori relative all'accesso alle risorse genetiche e all'equa e giusta ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione nell'Unione, direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Tale regolamento stabilisce che gli Stati membri sono tenuti a designare le autorità nazionali competenti responsabili della sua applicazione e a disporre le sanzioni da applicare nei casi di non conformità alle previsioni del regolamento stesso.
Successivamente è entrato in vigore il Regolamento di esecuzione n. 2015/1866 che definisce le norme per l'attuazione del Regolamento (UE) n. 511/2014 relativamente al registro delle collezioni, al monitoraggio della conformità dell'utilizzatore e alle migliori prassi. Il regolamento di esecuzione contiene i modelli di dichiarazione di dovuta diligenza da inviare alle Autorità competenti dello Stato membro sul cui territorio viene utilizzata la risorsa genetica per dimostrare di aver ottemperato agli obblighi posti dal Regolamento (UE) n. 511/2014.
In attuazione del Regolamento (UE) n. 511/2014, con il decreto ministeriale 1° aprile 2019 sono state designate le autorità competenti italiane e con il decreto legislativo n. 153 del 26 ottobre 2020 è stata definita la disciplina sanzionatoria.
Ad oggi l’Italia non ha ratificato il Protocollo di Nagoya e, attualmente, l’accesso alle risorse genetiche presenti in territorio italiano non è regolato.
Uff. VII - Direzione Generale della Ricerca
E-mail: [email protected]
Documenti:
Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD)
Decreto disciplina sanzionatoria
Risorse on line: