PNR anni 2015-2020

Programma nazionale per la ricerca 2015-2020

2,5 miliardi di fondi pubblici per la ricerca. Programmi innovativi per aumentare il numero di ricercatori in Italia e dall’estero. Investimenti mirati sulle infrastrutture. Quattro aree prioritarie per la ricerca applicata: Aerospazio, Agrifood, Salute, Industria 4.0. Più sinergia fra sistema pubblico e privato. Un programma strategico per il Sud.

Questi i punti centrali del Programma nazionale per la ricerca (Pnr). Il Programma destina oltre il 40% delle risorse totali al Capitale umano, con l’obiettivo di aumentare il numero di ricercatori e dottori di ricerca nel Paese e di attrarre i migliori talenti. In particolare è previsto l’ingresso di 6.000 giovani (dottori e ricercatori) in più rispetto agli stanziamenti ordinari. Vengono triplicati i fondi per le Infrastrutture di ricerca.

Il Pnr prevede programmi innovativi sul capitale umano per attrarre studiosi dall’estero e sostenere i più giovani nella competizione per l’ottenimento di fondi Ue. Viene riservata particolare attenzione ai vincitori di Grant europei (Erc) che saranno incentivati a scegliere l’Italia come sede per i loro progetti attraverso finanziamenti aggiuntivi per creare un loro team di ricerca.

Il nuovo Programma Nazionale della Ricerca 2015-2020 da mero adempimento legislativo diventa una piattaforma per guidare la competitività industriale e lo sviluppo del Paese attraverso gli strumenti della conoscenza.
Uno strumento agile di priorità e coordinamento a disposizione di tutti gli attori del sistema della ricerca e dell’innovazione.
Per questo motivo il PNR 2015-2020 è stato costruito come documento immediatamente eseguibile: dopo un’analisi del contesto della ricerca, il documento identifica delle aree di specializzazione, per dare priorità alle iniziative di ricerca applicata più promettenti.
Sulla base di questa analisi e della classificazione, si definiscono sei Programmi coerenti con sei macro-obiettivi, per ciascuno dei quali sono dettagliate le azioni correlate.

L’investimento finanziario del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca nel PNR, presentato azione per azione nell’ultimo capitolo, è di quasi 2,5 miliardi di euro di risorse nei primi tre anni, che si aggiungono al finanziamento che il Ministero dell’Università e della Ricerca destina a Università ed Enti Pubblici di Ricerca, pari a 8 miliardi ogni anno.
L’obiettivo dell’articolazione in programmi e azioni, così come della definizione delle aree di specializzazione della ricerca applicata, è quello di garantire alla policy della ricerca coerenza, evitando l’inefficienza delle azioni causata da una progettazione non concertata prevedibilità, dando un orizzonte temporale, finanziario e progettuale condiviso in partenza da tutti gli attori pubblici selettività, evitando la dispersione di risorse in troppe direzioni, ma concentrandole invece nelle aree più promettenti, pur garantendo il necessario e imprescindibile sostegno alle attività di ricerca di base, libera e fondamentale.

Solo la ricerca di base ha la forza economica e la libertà necessarie per investire nell’ignoto, per proiettare il proprio sguardo nel lungo periodo, per consentire quei cambi di paradigma che permettono all’industria di rispondere alle sfide mutevoli della società.

Vi è una diretta relazione tra la libertà della ricerca di un Paese e la sua competitività: per questo motivo il PNR investe in modo convinto nella ricerca di base, principalmente attraverso le azioni dedicate al capitale umano e alle infrastrutture di ricerca, senza indicare ambiti scientifici prioritari e guardando anche alle scienze umanistiche per il contributo che possono dare affinché il Paese sia più fecondo di lavoro e di benessere, di giustizia e di stabilità per tutti.

Se da un lato dunque, si è ritenuto opportuno non individuare priorità tra le diverse discipline scientifiche della ricerca di base, dall’altro il PNR 2015-2020 propone una tassonomia della ricerca applicata e traslazionale organizzandola in dodici aree:

  1. Aerospazio
  2. Agrifood
  3. Cultural Heritage
  4. Blue growth
  5. Chimica verde
  6. Design, creatività e Made in Italy
  7. Energia
  8. Fabbrica intelligente
  9. Mobilità sostenibile
  10. Salute
  11. Smart, Secure and Inclusive Communities
  12. Tecnologie per gli Ambienti di Vita.

 

Si tratta delle aree in cui la ricerca, soprattutto se realizzata in collaborazione tra pubblico e privato, può produrre i migliori risultati. Le aree, che tengono conto anche del peso industriale dei settori produttivi ad esse collegate, sono state analizzate incrociando due tipi di indicatori: quelli relativi alla rilevanza della ricerca italiana nei vari settori in termini di pubblicazioni scientifiche e quelli relativi alla capacità innovativa legata alla capacità brevettuale. Le aree così definite compongono in un quadro coerente le scelte strategiche compiute a livello europeo – soprattutto con il programma quadro Horizon 2020 – con le politiche di intervento definite a livello nazionale e regionale.
Sulla base dell’analisi delle criticità e dei punti di forza del nostro sistema della ricerca vengono definiti sei programmi di intervento, ciascuno dei quali è strutturato con obiettivi precisi, azioni di intervento e risorse dedicate.

Il primo obiettivo è l’Internazionalizzazione, il coordinamento e l’integrazione delle iniziative nazionali con quelle europee e globali. Il peso crescente delle risorse europee rispetto a quelle nazionali ed in ultima analisi di quelle ad accesso competitivo rispetto a quelle ordinarie, impongono un ribaltamento di paradigma nelle attività di programmazione nazionale. Per questo il PNR integra organicamente la programmazione e le risorse dello Stato con le risorse Europee, in particolare le Politiche di Coesione e quelle del Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione 2014-2020 denominato Horizon 2020, e allinea ciascuno dei Programmi del PNR a criteri e strumenti concordati a livello europeo, contribuendo inoltre a preparare attori e risultati della ricerca italiani al confronto internazionale.

Il secondo obiettivo è dare centralità all’investimento nel capitale umano: il PNR mette al centro della strategia le persone della ricerca pubblica e privata, con l’obiettivo di formare, potenziare, incrementare il numero di ricercatori, creando un contesto e delle opportunità in grado di stimolare i migliori talenti e renderli protagonisti della produzione e del trasferimento di conoscenza alla società nel suo complesso.

Il terzo obiettivo è quello di dare un sostegno selettivo alle infrastrutture di ricerca: il PNR pone grande attenzione alle infrastrutture di ricerca, pilastro fondamentale della ricerca italiana e internazionale, in particolare della ricerca di base. Il PNR definisce e avvia per la prima volta il processo di valutazione delle Infrastrutture, allineandolo ai criteri e ai meccanismi europei dell’European Strategy Forum on Research Infrastructures (ESFRI).

Il quarto obiettivo è la collaborazione pubblico-privato, qui intesa come leva strutturale per la ricerca e l’innovazione: in tale àmbito, i Cluster Tecnologici Nazionali, costituiti coerentemente con le aree di specializzazione della ricerca applicata, sono riconosciuti come infrastrutture permanenti per il dialogo tra università, enti pubblici di ricerca e imprese e tra centro e territori. Con questo Programma Il PNR riconosce inoltre come prioritario l’ingaggio con la società attraverso il sostegno dell’innovazione sociale, della filantropia per la ricerca, e di azioni di comunicazione e informazione costante e trasparente sul ruolo della ricerca.

Il quinto obiettivo è il Mezzogiorno: vengono poste in essere azioni prioritarie per il sostegno alla ricerca e innovazione in quest’area del Paese, ponendo in sinergia Programma Operativo Nazionale, Programmi Operativi Regionali e risorse ordinarie.

Il sesto obiettivo , in realtà propedeutico a tutti gli altri, è quello dell’efficienza e qualità della spesa, attraverso la definizione e il rafforzamento di processi di valutazione, monitoraggio, trasparenza, semplificazione e rafforzamento amministrativo. Un tema apparentemente secondario, ma divenuto di sostanziale rilevanza per garantire credibilità efficacia e tempismo agli investimenti pubblici a sostegno della ricerca e dell’innovazione.

A ognuno di questi macro-obiettivi corrisponde un Programma di intervento e delle specifiche linee di azione.

Con questo documento viene definita la governance necessaria alla realizzazione del solo PNR. In altre sedi andrà affrontato il tema in modo più ampio e strutturale, per avviare una «riorganizzazione strategica» che superi alcune inefficienze emerse nella gestione attuale: porre in essere il riordino degli enti che si occupano di ricerca, rendere più efficienti gli attori coinvolti, coordinare le strategie, garantire un processo condiviso di individuazione delle priorità.
A questo proposito, è obiettivo prioritario ridisegnare una governance del sistema nazionale della ricerca che assicuri il coordinamento di tutti i Ministeri coinvolti, al fine di definire una politica unitaria della ricerca che sia realmente coordinata con le altre politiche nazionali. Questi sono obiettivi di medio periodo fondamentali, che eccedono lo scopo del presente documento ma che non possono non essere tenuti in considerazione.