Inaugurazione dell'Anno Accademico dell'Università Milano - Bicocca

L'intervento del Ministro Messa

Signor Presidente. Magnifica Rettrice. Autorità. Colleghe, Colleghi. Studentesse e studenti. Gentili ospiti.

Poco meno di quaranta anni fa, nel 1985, veniva lanciato un concorso internazionale per la conversione funzionale delle aree della Bicocca occupate dagli stabilimenti Pirelli. L’intervento ha rappresentato uno degli eventi più significativi nella storia urbanistica della Milano di fine millennio segnando il dibattito sulla riqualificazione delle aree industriali dismesse.

Agli estremi dell’area due piazze: quella del Calendario e quella dell’Ateneo Nuovo. Due ampi spazi dove oggi sorgono le sedi centrali della Deutsche Bank e di questo Ateneo. Due poli, quello economico-finanziario e quello della scienza, legati e connessi tra loro da un viale dedicato dell’innovazione.

Un insieme di segni e simboli che raccontano e restituiscono molto del fare e dell’essere delle due istituzioni, che nel tempo hanno saputo rendere vitale e attraente l’intera area.

Non da ultimo, la scelta per entrambe di investire nell’arte e nella bellezza, con la raccolta e l’installazione di opere d’arte contemporanea che arricchiscono di significato metaforico il viale, fino a connotarlo come un boulevard della creatività e l’innovazione, un rettilineo che si protende fino allo spazio espositivo dell’Hangar Bicocca.

Di questo boulevard l’università è il baricentro e lo snodo. A conferma che le università sono il luogo della convergenza dei saperi e della creatività, spazi dell’incontro, del confronto e dell’aggregazione, luoghi dove sperimentare la comprensione del nuovo, e dare vita a forme integrate di sostenibilità.

Questi luoghi hanno bisogno di essere vissuti. L’azione di rigenerazione e di qualificazione urbana non è solo il risultato di politiche edilizie e di interventi architettonici ma è animato dalle persone. Le persone sono il motore della rinascita.

Ecco perché è importante che si torni a frequentare in sicurezza, leggerezza e vitalità gli spazi delle università. Soprattutto in un ateneo giovane come questo e attento alla qualità della vita e dell’ambiente. La scelta di questo ateneo per sviluppare aspetti molto importanti come l’internazionalizzazione, la ricerca finalizzata anche al rapporto con l’industria lo rende particolarmente attrattivo

La distanza fra le due piazze non rappresenta una separazione, ma un percorso di reciproco riconoscimento che si attraversa immergendosi nella bellezza dell’arte e del sapere.

Azioni su cui questo ateneo con tanti progetti e campagne educative sta facendo da apripista.

Oggi le università, più di ogni altra istituzione, sono invitate a ripensare se stesse in una prospettiva futura capace di interpretare la complessità e i cambiamenti che investono il mercato del lavoro, l’ambiente, la qualità della vita e la ricerca stessa oltre che la didattica.

Per questo è molto urgente interrogarsi su come costruire una nuova Università ed è indispensabile per ciascun ateneo cambiare prospettiva e liberarsi di zavorre che schiacciano e impediscono di esprimersi compiutamente.

Le zavorre non sono solo normative, ma anche comportamentali. Sono un insieme di rigidità che ingessano: dai settori scientifico-disciplinari ai modelli organizzativi, dall’autonomia autoreferenziale alle modalità di reclutamento, alla parcellizzazione dell’attività didattica.

Su alcune di queste, l’azione ministeriale può e deve essere incisiva, ma non è sufficiente, ci vuole il contributo di tutti, degli atenei per primi e dei nostri colleghi.

Occorre che le università sappiano tradurla nell’indipendenza da ogni forma di potere politico, economico, informativo e volontà di saper riconoscere il merito al fine di valorizzare le capacità individuali dei componenti di tutta la comunità: studenti, docenti, personale. Capisaldi, questi, complementari tra loro che in un contesto di eguaglianza di opportunità generano fiducia, autorevolezza, credibilità.

Per alimentare, sostenere e promuovere tali capisaldi adotteremo tre leve principalmente.

La prima è finalizzata a potenziare con nuove assunzioni il capitale umano negli atenei e negli Enti di ricerca. Prevediamo nel prossimo quinquennio di attivare, in maniera progressiva, nuove assunzioni per evitare picchi, piani straordinari ma cercare di dare continuità e allo stesso tempo dobbiamo anche finanziare i programmi della ricerca. Ieri è stato pubblicato il bando del Fondo Italiano per la Scienza: per la prima volta l’Italia ricomincia a investire sulla scienza fondamentale. Oggi verranno pubblicate le linee guida per l’attuazione di parte del PNRR, quella che riguarda la costituzione delle filiere della ricerca per la risoluzione di grandi problemi in cui università, enti di ricerca e imprese dovranno trovare il modo di lavorare insieme in grandi cordate e superare quel divario che c’è stato per tanti anni nel rapporto tra pubblico e privato.

La seconda leva interverrà sulle infrastrutture materiali, sempre con grande attenzione a ecosostenibilità e fruibilità. Al nuovo indirizzo della transizione ecosostenibile a basso impatto si indirizzeranno tutti i bandi dell’edilizia per le infrastrutture di ricerca e la residenzialità universitaria.

La terza leva agirà sul contesto normativo per renderlo integrato e coerente con gli strumenti da attivare: dalle norme sul pre-ruolo alle laure abilitanti fino alla riforma degli ordinamenti didattici e dell’edilizia universitaria.

La sfida è ambiziosa e alta e le studentesse e gli studenti saranno sempre il nostro target e io vi ringrazio per tutto il lavoro che avete fatto e vi auguro un buon anno accademico.