Spazio europeo della ricerca

L'idea di Spazio Europeo della Ricerca (Europea Research Area - ERA) nasce formalmente con la Comunicazione della Commissione Europea COM(2006)6def del 18.01.2000 "Verso uno Spazio Europeo della Ricerca", anche se buona parte degli elementi alla base di questa idea possono essere ritrovate nelle  riflessioni elaborate dall'ex Commissario per la ricerca Antonio Ruberti nel suo libro "Uno Spazio Europeo della Scienza" scritto nel 1994 con Michel Andrè. 

Fin dai primi anni novanta, infatti, Ruberti per primo intuì che erano necessarie politiche autenticamente europee a favore della ricerca e dell'istruzione, in quanto solo agendo a livello europeo si potevano raccogliere risorse sufficienti per raggiungere la soglia critica dell'efficienza.
L'obiettivo non era  europeizzare la ricerca, né spendere di più a livello europeo, l'importante era accrescere la coerenza tra tutti gli strumenti utilizzati, individuare obiettivi comuni e far convergere verso scopi sinergici  le iniziative avviate a livello comunitario e nei diversi paesi europei.

Con la Comunicazione prima citata le intuizioni di Antonio Ruberti si trasformano in uno dei progetti più ambiziosi e strategici dell' Unione  Europea che mira ad istituire un'area senza frontiere per la ricerca nella quale le risorse scientifiche saranno utilizzate meglio al fine di incrementare l'occupazione e la competitività in Europa.

Nel medesimo anno di nascita dell'ERA, i leader europei riuniti in Portogallo per il vertice europeo definirono la 'Strategia di Lisbona', con l'obiettivo di fare dell'Europa, "entro il 2010, l'economia basata sulla conoscenza più dinamica e competitiva del mondo in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale".

Due anni dopo, nel 2002, in occasione del vertice di Barcellona, avvertendo il ritardo dell'Ue, questa strategia è stata consolidata con obiettivi volti a incoraggiare gli Stati membri ad aumentare la percentuale di PIL destinata alla ricerca e allo sviluppo: il cosiddetto Obiettivo del 3%.

Nella fase di realizzazione, l'ERA ha incontrato alcuni ostacoli che hanno portato a rimodulare nel tempo gli obiettivi dell'agenda di Lisbona. Nell'aprile 2007, la Commissione Europea ha pertanto pubblicato un Libro Verde sulle prospettive dell'ERA, dando avvio ad un intenso dibattito che ha condotto al rilancio del progetto. Tale rilancio è avvenuto nel maggio 2008 con il c.d. "Processo di Lubiana" che, partendo dalla definizione di un quadro di obiettivi condivisi ("ERA Vision 2020") e degli strumenti necessari al loro perseguimento ("ERA Governance"), prevede la realizzazione di iniziative finalizzate ad intensificare l'impegno per la costruzione di ERA.

In base alla ERA Vision 2020, tutti gli attori dovranno poter beneficiare pienamente, entro il 2020, della c.d. "quinta libertà", ovvero la libera circolazione dei ricercatori, delle conoscenze e delle tecnologie.

Sul piano operativo, le iniziative in ambito ERA riguardano diversi settori: la programmazione congiunta tra Stati membri; il partenariato europeo dei ricercatori; la gestione della proprietà intellettuale ed il trasferimento della conoscenza; l'apertura di ERA verso il contesto internazionale; la creazione di un quadro giuridico per le infrastrutture di ricerca.