Inaugurazione Anno Accademico 2021-2022 Università di Catania

L’intervento del Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa

“Ho avuto l’onore di conoscere Rita Levi Montalcini durante una sua visita all’università. Quando venne in aula magna con 900 persone era già molto anziana, sembrava molto delicata, una persona fragile. Per la prima volta in tanti anni l’aula era strapiena di giovani che erano lì ad ascoltarla. Questo è il segno più importante della giornata di oggi: aver portato ad esempio una figura che riesce ancora oggi a far presa sui ragazzi”.

Così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione del 587° anno accademico dell'Università di Catania.

“Le università hanno l’onore e l’onere – ha proseguito il Ministro - di dare il meglio per i nostri studenti e per la società. Con la pandemia, i giovani hanno trascorso un periodo difficilissimo; entrano all’università dopo due anni di didattica a distanza con difficoltà. Devono essere ascoltati, coinvolti, resi partecipi, bisogna aiutarli attraverso il counseling e un’ampia inclusione. Ci troviamo in una nuova era, in cui conoscenza e competenza, che hanno al centro l’università, hanno assunto un ruolo fondamentale nel nostro Paese. E questo è un grande cambiamento. Dopo molto tempo, abbiamo tante risorse a disposizione: oltre agli 11 miliardi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, abbiamo aumentato in legge di bilancio i fondi per finanziare le università, tra 5 anni aumenteranno di oltre 800 milioni rispetto a quello che c’è oggi. Abbiamo istituito programmi per la ricerca di base e applicata che premiano le persone, abbiamo investito in bandi per le residenze per gli studenti, nelle borse di studio anche per sostenere l’iscrizione delle ragazze alle lauree ‘Stem’, abbiamo aumentato i percorsi che prevedono la mobilità. È un momento in cui l’università deve riflettere sul proprio ruolo e su quanto grazie a questi fondi può lasciare il segno”.

“Le università – ha aggiunto il Ministro Messa - in tutta Italia giocano il ruolo di faro, che può essere offuscato come è accaduto ma che deve riprendere a emanare la propria luce perché è un punto di riferimento estremamente importante. È anche uno strumento che permette di lavorare sul territorio ma sempre con uno sguardo internazionale: l’università è un luogo, ma guarda al mondo. Il cambio di passo che chiedo a tutti gli atenei, anche qui a Catania, consiste nell’assumere sempre di più tutti i principi fondamentali per una grande assunzione di responsabilità comune nel sapere usare le risorse e nell’avere una visione a lungo termine, senza pensare soltanto all’oggi. Dobbiamo essere un passo avanti rispetto a quello che succede”.

“Sono tre le opportunità da portare avanti – ha sottolineato il Ministro –. La prima è rendere sempre più attrattivi i percorsi universitari per studentesse e studenti a prescindere dalle condizioni economiche. Il diritto allo studio non è ancora perfetto, studiare costa. Oltre alle borse di studio, alla no tax area, con un rapporto positivo tra governo e regioni dobbiamo cercare di ampliare il più possibile la platea dei beneficiari. Il diritto allo studio va coniugato anche al welfare studentesco. La seconda proposta è quella di utilizzare tutti i possibili strumenti di meritocrazia per un reclutamento che sia forte, che non sia soggetto a facilitazioni che non fanno bene a nessuno. Vi stimolo molto a usare il reclutamento anche discutendo di cosa è il merito, dei parametri che usiamo e che non possono essere solo le pubblicazioni scientifiche, ma devono considerare anche la capacità didattica, la terza missione, la capacità di innovare. Dobbiamo puntare su un reclutamento forte, di giovani, anche, possibilmente, facendo ritornare i nostri ragazzi dall’estero, per creare una circolazione di cervelli e interrompere IL più possibile la fuga. Infine, dobbiamo puntare non solo sui curricula ma sulla progettualità. Dobbiamo iniziare a fare grandi progetti, dobbiamo avere idee progettuali non solo nell’ambito della ricerca ma anche della didattica. Abbiamo di fronte un mondo in cui si mischiano i saperi, in cui il modo di comunicazione e insegnamento cambia perché cambiano i giovani. Dobbiamo riuscire a coniugare investimenti in ricerca con il lavoro che i giovani faranno”.

“La Sicilia - ha concluso il Ministro Messa - può giocarsela tantissimo. Ha circa il 4,5% di startup e spin off e Catania a livello italiano è la sedicesima città. Cerchiamo di lavorare tutti insieme perché i nostri giovani non solo ci credano ma perché abbiano anche ragione di crederci”.