Intervista ad Anna Maria Bernini: "Così cambia Medicina". Bernini: "Aiuti economici agli specializzandi di Medicina I rettori si mettano d'accordo"

Intervista al ministro dell'Università e della ricerca in vista delle elezioni regionali in Umbria e sui temi della formazione e sulle scelte per gli atenei: "Gli studenti non subiranno più stress per test-lotteria”

"Abbiamo iniziato ad ascoltare tutti i protagonisti del sistema universitario per innovare e includere"

"Le critiche sulla Finanziaria sono propaganda Dal prossimo anno stanziamenti oltre il record del 2023"

"Istituto di ricerca di Porano: finanziata la ristrutturazione i ricercatori possono continuare a lavorare"

"I Campus sono la risposta al caro affitti, appello per la più grande operazione housing sociale"

di Sergio Casagrande - Corriere dell'Umbria 

Al ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, oggi in Umbria, abbiamo posto alcune domande in vista delle elezioni regionali di domenica e lunedì prossimo, sui temi della formazione e sulle novità per gli atenei.

Ministro, oggi è in Umbria, regione che tra pochi giorni sarà chiamata alle urne. Un giudizio sull'operato di Donatella Tesei, ricandidata presidente dal centrodestra.

“L'Umbria è ripartita. In questi primi cinque anni di governo, il centrodestra ha saputo valorizzare la sua storia, le sue tipicità. Ha riagganciato il rapporto con le imprese, ha visto finalmente crescere il numero degli occupati. Non ha nascosto i suoi problemi, a partire da quelli della sanità, su cui dobbiamo continuare a lavorare. Donatella Tesei è un'amministratrice competente e combattiva. Sa cosa fare. Serve la sua tenacia, e serve la compattezza di una coalizione che la sostiene con fiducia”.

La distanza con l'avversaria Stefania Proietti potrebbe essere di pochi voti. Che ruolo gioca Forza Italia in questo quadro?

“Forza Italia è determinante e non solo in Umbria. Lo è stata in Liguria. Lo sarà in Emilia Romagna. Parliamo alla testa delle persone, non alla loro pancia. Non abbiamo bisogno di urlare o lanciare slogan per farci ascoltare. Abbiamo una classe dirigente competente ed appassionata che mette la sua esperienza al servizio della comunità. Noi non saremo mai 'professionisti della politica'”.

Il suo ministero ha dato il via ai lavori della Commissione di analisi e revisione della Legge 240 del 2010 con l'obiettivo di aggiornare le norme che regolano l'organizzazione degli atenei. Quali novità auspica vengano apportate?

“Dopo 14 anni, serve una revisione. Abbiamo iniziato ad ascoltare i protagonisti del nostro sistema, dai rettori agli studenti, per rendere le università più internazionali, innovative e inclusive, con una visione a lungo termine che rafforzi il loro ruolo. I fondi Pnrr sono stati una manna, ma dobbiamo andare oltre. Prevedere investimenti in mobilità, collaborazioni globali e accesso equo alle opportunità di studio e ricerca. Così valorizziamo i talenti e facciamo crescere, anche economicamente, il Paese”. 

Test di ingresso alle facoltà di Medicina aboliti. Già intravede miglioramenti?

“E un miglioramento nelle aspettative e nelle opportunità che offriamo agli studenti. E’ assurdo che molti ragazzi siano stati costretti ad andare a studiare all'estero a causa del numero chiuso. Ed è ancora più assurdo se pensiamo che nel frattempo nei nostri ospedali sono stati chiamati medici stranieri per la carenza di camici bianchi. Finalmente superiamo finalmente i test, ma anche corsi di preparazione che creavano solo iniquità perché molto costosi. Un salasso per le famiglie. Una discriminazione basata su disponibilità economiche e non su capacità e competenze personali. Anche qui in Umbria servono medici, ma medici italiani, che si sono formati e specializzati in Italia dove esiste una scuola medica d'eccellenza”.

Cosa cambierà, come sarà l'accesso?

“Ci sarà un semestre-filtro con materie caratterizzanti, al termine del quale si farà una graduatoria. Sarà una selezione bastata sulle competenze acquisite, sul merito. Ma nessuno perderà tempo e opportunità. I crediti raggiunti saranno considerati validi per l'iscrizione ad altri corsi affini. Questa è la cornice dentro la quale ci muoveremo. Le regole saranno scritte a breve. Di certo gli studenti non dovranno più subire mortificanti stress-test stile lotteria. In più già lavoriamo al dopo, alle specializzazioni ad esempio, che sono il vero nodo del sistema sanitario nazionale”.

Perché c'è una carenza di medici in alcune specializzazioni, è così?

“Esatto. Medicina di emergenza-urgenza, per fare l'esempio più evidente. E lì che dobbiamo intervenire per rendere queste specializzazioni più attrattive e non vedere le borse messe a disposizione non assegnate. Intanto le do una notizia. In legge di bilancio abbiamo previsto un aumento del trattamento economico di tutti gli specializzandi. Incremento che sale al 50 per cento per alcune specializzazioni in particolare come terapia intensiva, rianimazione, geriatria, medicina d'emergenza-urgenza”.

Dai rettori sono giunte critiche alla nuova Finanziaria, cosa risponde.

“Sull'Università non si taglia. Ho letto frasi scomposte e ricostruzioni fantasiose. Propaganda e non proposta. Dal prossimo anno gli stanziamenti saliranno, superando il record del 2023. Io sono sempre disponibile al confronto, con tutti. Ma su numeri reali, non sugli allarmismi. Ho anche detto che voglio, insieme agli atenei, ragionare su un nuovo sistema di finanziamento, aggiornando i criteri sulla distribuzione delle risorse più in linea con università mature e competitive. Aspetto proposte dalla Crui, la conferenza dei rettori, già dal mese di luglio. Non ho ricevuto ancora risposta. Manca un accordo tra di loro”.

Lei fa visita oggi alla sede di Porano dell'Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr, un fiore all'occhiello per l'Umbria. Cosa risponde ai ricercatori che lamentano scarsi investimenti e scarse tutele?

“Le risorse ci sono. Il Pnrr ha dopato il sistema ma proprio per questo siamo impegnati a trovare nuovi finanziamenti che diano continuità ai progetti in corso. E a breve firmerò il terzo bando Firs su cui siamo riusciti a compiere un autentico miracolo. Lo stesso centro di Porano era destinato a un futuro incerto. Il Ministero ne ha finanziato la ristrutturazione e i ricercatori possono continuare a lavorare. E per loro abbiamo in discussione in Parlamento un disegno di legge che li tutela dalle incertezze del futuro”. 

Un provvedimento cui non sono mancate le critiche. Ce lo spiega?

“Guardi, la situazione oggi è chiara. Nessuna tutela per i ricercatori, il massimo dell'incertezza a causa di un assegno di ricerca chi li incolla alla loro precarietà. Ora a disposizione ci saranno molti più strumenti, a partire dal contratto di ricerca, che io sono riuscita a sbloccare dopo una lunga contrattazione sindacale. Un risultato importante che rivendico. Le università possono, da subito, attivarlo. Il mio provvedimento non toglie nulla, ma moltiplica le opportunità. Tutti avranno maggiori garanzie, a cominciare dagli studenti che si avvicinano alla ricerca, fino ad ora totalmente ignorati. Anche per loro ci sarà il giusto riconoscimento economico”.

Contro il caro affitti lamentato dagli studenti i Campus possono essere una risposta efficiente?

“Sono la risposta. Ho fatto appello a tutti i sindaci d'Italia, agli amministratori locali, alle università, perché ci aiutino nella più grande operazione di housing sociale che sia mai stata fatta in Italia. Garantire un posto letto agli studenti fuori sede significa attuare veramente il diritto allo studio. Conosciamo gli sforzi delle famiglie per consentire ai figli di studiare all'Università desiderata. Dobbiamo tutti essere al loro fianco con una nuova politica sugli studentati universitari, che superi i ritardi del passato. Il diritto allo studio è un percorso che va fatto insieme, anche con investimenti massicci in borse di studio”.

A proposito di questo, qual è l'investimento per il 2025?

“Abbiamo appena approvato uno stanziamento di 880 milioni. Una cifra record. In Umbria arriveranno quasi 21 milioni, ai quali poi si aggiungeranno anche i fondi regionali. Uno sforzo importante perché la formazione non sia un privilegio ma un diritto vero. L'Università è uno strumento di coesione sociale. Con questo governo è ancora più forte”. –

Il ministro Valditara, in un'intervista concessa al nostro giornale, ha annunciato la necessità di incrementare il dialogo fra scuole, le filiere formative professionali e le università per creare un meccanismo virtuoso per l'economia dei territori. Cosa ne pensa?

“Al ministro Valditara ci legano proprio le azioni sull'orientamento, sulle quali il Mur ha investito 370 milioni in questi due anni. Quando parliamo di prospettive economiche, non possiamo prescindere dalla capacità del sistema universitario di formare giovani con le professionalità necessarie per il mercato del lavoro. Il futuro è tutto qui. Nella capacità di un Paese di formare le nuove generazioni. Ma innanzitutto di ascoltarne i bisogni e le ambizioni. In questo l'orientamento è essenziale. Così continuare gli studi diventa veramente una scelta per la vita”.