L'università è molto più di un luogo di formazione: è uno spazio di conoscenza, condivisione e crescita, dove il sapere si intreccia con esperienze di vita, si costruiscono legami destinati a durare nel tempo. E un ambiente che deve garantire a tutti sicurezza, rispetto e libertà, senza zone d'ombra.
di Anna Maria Bernini - La Stampa
L'università è molto più di un luogo di formazione: è uno spazio di conoscenza, condivisione e crescita, dove il sapere si intreccia con esperienze di vita, si costruiscono legami destinati a durare nel tempo. E un ambiente che deve garantire a tutti sicurezza, rispetto e libertà, senza zone d'ombra. Nessuno dovrebbe mai sentirsi minacciato, insicuro o discriminato all'interno di una comunità accademica. Come ho ribadito più volte negli ultimi mesi, gli atenei non sono e non devono essere zone franche. L'università ha il dovere di tutelare chine fa parte, garantendo un ambiente sano, inclusivo e fondato sul rispetto reciproco. I dati raccolti dal prezioso lavoro della Crui raccontano un fenomeno vergognoso. Dietro quei numerici sono persone, a cui rivolgo il mio pensiero più affettuoso, che non abbiamo saputo proteggere.
C'è ancora molta strada da percorrere, rafforzando soprattutto gli aspetti culturali ed educativi, per evitare il ripetersi di violenze simili. Violenze che non esauriscono le fattispecie di intimidazioni su cui dobbiamo tenere la guardia alta Nei giorni scorsi, la comunità accademica dell'Aquila, insieme all'intera città, ha respinto con fermezza e indignazione lo sfregio di alcune scritte omofobe comparse sui muri dell'ateneo. Una reazione immediata e unanime, a cui ho deciso di unire la mia voce, per ribadire con forza che non c'è spazio per l'o- dio e l'intolleranza.
Tornando al tema degli abusi, nei giorni scorsi l'Università di Pavia ha adottato un provvedimento esemplare, disponendo con decreto rettorale la destituzione immediata, al termine del procedimento penale per molestie, di un professore. la decisione è arrivata al termine di un procedimento disciplinare che ha visto il parere vincolante del Collegio di disciplina e la deliberazione del Consiglio di amministrazione. Il mio ministero è pronto ad ascoltare proposte e suggerimenti legislativi del mondo accademico su norme più incisive per rafforzare le proprie misure disciplinari, per valutarle insieme agli altri colleghi di governo, per le varie articolazioni di competenza. L'unico principio irrinunciabile è che ogni intervento normativo avvenga nel pieno rispetto dell'articolo 33 della Costituzione, a tutela dell'autonomia universitaria. L'impegno è chiaro: difendere il diritto di ogni studente e docente a vivere e lavorare in un ambiente sicuro, libero e rispettoso, dove il sapere possa essere trasmesso e coltivato senza timori o prevaricazioni. Solo così possiamo costruire un'università degna del suo molo, pilastro della società, della democrazia e del futuro.