Il Ministro dell’Università e della Ricerca al kick off meeting del Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing

Intervento del Ministro Anna Maria Bernini

Saluto il Presidente della Fondazione ICSC Centro Nazionale di Ricerca in high performance computing, big data and quantum computing, Prof. Antonio Zoccoli, il vicepresidente della Fondazione e presidente del Cineca, Prof. Ubertini, con loro, i rappresentanti dei 52 partner, pubblici e privati da tutto il territorio nazionale, tutti i ricercatori presenti e gli ospiti internazionali. 

In questi due giorni abbiamo assistito alla nascita di una nuova comunità.

Sono onorata e orgogliosa di essere testimone dei primi passi per dotare l’Italia di un’infrastruttura di calcolo che consentirà una più veloce rete di trasmissione, condivisione e analisi di grandi ammontare di dati tra gli utenti pubblici e privati.

Non potrebbe esservi dimostrazione migliore del valore della scienza italiana e dell’importanza delle politiche a suo sostegno.

Colgo l’occasione per augurare buon lavoro al neo-Presidente della Fondazione, Antonio Zoccoli, e a tutti i protagonisti di questa grande e bellissima avventura.

Grazie, quindi, per il vostro cortese invito e grazie ai lavoratori e ai ricercatori che hanno reso possibile la nascita del nuovo Centro Nazionale.

Ora è il momento di delineare una prospettiva, un piano di lavoro, consapevoli che, nel farlo, fronteggeremo sempre la sfida continua della complessità.

Una sfida che è stata affrontata con la costituzione di questo Centro, ma che ora entra nel vivo.

I nuclei tematici che avete affrontato in questi due giorni sono la dimostrazione di quanto questa sfida sia complessa: quantum computing e analisi di big data, space economy, astrofisica, studio e modellistica di cambiamenti climatici ed eventi naturali avversi, scienza dei materiali avanzati e applicazioni digitali per migliorare la vita nelle città.  

La complessità non è solo nell’alto livello di competenze richieste per l’attività scientifica ma anche veicolare gli studi e i progetti sul benessere della società.

Grazie a quello che fate, l’Italia potrà beneficiare di strumenti migliori per comprendere la realtà e per agire con più efficienza e con nuovi strumenti, sia per il settore pubblico che per quello privato.

Questo è uno dei cinque Centri Nazionali istituti dal PNRR, una delle scelte strategiche per lo sviluppo del Paese, e del PNRR eredita la missione di essere un attore capace di impatti strutturali, di risultati definitivi.

Mi permetto di evidenziare quelli che considero i tre assi principali dell’azione delle riforme che stiamo attuando e di cui questo Centro è espressione: innovazione e progresso tecnologico, crescita economica, avanzamento della società.

Parto dal primo punto. Essere padroni e artefici del proprio sviluppo significa essere in possesso delle competenze e degli strumenti per agire sulla frontiera tecnologica.

Gli spoke del Centro Nazionale avranno come obiettivo lo sviluppo di chip e microchip avanzati e di tecnologie emergenti, come quelle per il calcolo quantistico.

È importante comprendere la natura delle sfide tecnologiche contemporanee e avere fiducia nelle nostre, nelle vostre capacità: in questi giorni abbiamo avuto la dimostrazione che l’Italia è pronta a partecipare alla competizione internazionale e dare un contributo sostanziale all’autonomia strategica europea.

Veniamo al tema della crescita economica.

Il Centro nasce anche grazie alla partnership con importanti attori della grande impresa italiana, che potrà concretizzarsi in linee di intervento e progetti concreti. Nella attuale fase di sviluppo tecnologico vengono prodotte moli pressoché infinite di dati, inerenti ad attività scientifiche, dei servizi, industriali e istituzionali. La capacità di estrarre valore e fornire nuovi servizi acquisendo informazioni dall’analisi di questi dati è l’asset strategico per ogni economia avanzata.

Questa capacità deve tuttavia incontrare un efficiente sistema di diffusione, trasferimento tecnologico e delle competenze verso il mondo delle imprese. E deve essere in grado di coinvolgere molte più aziende, anche tra le PMI, per contribuire ad avanzarle sulla frontiera tecnologica e renderle più competitive.

A mio avviso, sarà sempre più importante, anche per la vostra comunità, diventare gli “ambasciatori tecnologici” presso le imprese, per spiegare loro quanto nella nuova economia dei dati risiedano occasioni di crescita e di affascinanti posizionamenti competitivi.

A ciò si collega l’esigenza di avanzamento della società.

Questo Centro realizzerà i suoi obiettivi specifici promuovendo meccanismi e iniziative per il superamento dei divari di genere e tra Nord e Sud: il 41% dell’investimento riguarderà il Mezzogiorno, oltre 100 milioni saranno dedicati al personale, promuovendo la partecipazione femminile di almeno il 40%, con quasi 16 milioni di euro riservati a borse di dottorato, per facilitare l’entrata nel mondo della ricerca di giovani studenti meritevoli.

L’avanzamento si concretizzerà anche con l’ampliamento e la creazione di nuove sinergie all’interno della comunità di ricerca, che sta imparando sempre di più a fare rete.

Questi sono gli effetti diretti che il Centro avrà sull’Italia, ma bisogna andare avanti: gli assi di cui ho parlato non procedono per compartimenti stagni, ma sono strettamente interconnessi, hanno bisogno l’uno dell’altro.

E hanno bisogno di una vera visione di lungo periodo: per questo i progetti e le iniziative del Centro, fin da oggi, devono far parte in modo stabile del sistema dell’innovazione italiano e non certo esaurirsi col 2026.

Credo che proprio questo Centro, che si colloca in un ecosistema già rodato,  abbia tutte le carte in regola per sperimentare questo approccio, per mostrare all’Italia come, cogliendo l’opportunità del PNRR, ci si possa già posizionare “oltre” il PNRR.

Solo così potremo garantire un ecosistema economico, sociale e dell’innovazione che permetta ai tanti, validi ricercatori italiani all’estero di poter rientrare nel nostro Paese, riportando “a casa” le loro conoscenze e il valore aggiunto delle loro esperienze acquisite sul campo.

Concordo pienamente con lo spirito dell’intervento della ricercatrice Ilaria Siloi durante l’inaugurazione del supercomputer Leonardo: “Non c’è nulla di male nel fare ricerca all’estero, fa parte del vostro percorso, della vostra libertà”.

In questo percorso, occorre però creare sempre più le condizioni affinché in Italia si possa innovare, in Italia si possa crescere, in Italia si possa garantire la realizzazione personale.

Si può scegliere l’Italia, anche dall’estero: vi invito a far sapere alle imprese, alle startup attive nelle filiere interessate dal Centro che l’Italia ha fatto questo investimento, e che per i ricercatori e i lavoratori che vengono in Italia dall’estero esiste un sistema di incentivi attrattivo, che potremo potenziare ulteriormente proprio a seconda delle esigenze che sapremo cogliere in questi grandi “catalizzatori” di innovazione. 

Possiamo essere l’esempio di come si possa rafforzare in modo concreto il ruolo dell’Italia quale snodo centrale nella “rete” della ricerca europea e internazionale, anche grazie alle vostre esperienze, ai vostri contatti, alla vostra sensibilità.

Tutti voi avete quindi un compito molto importante.

Questo programma di lavoro ci accompagnerà per i prossimi mesi e i prossimi anni, e come Ministro, con la collaborazione di tutto lo staff e la struttura del Ministero, prometto di seguire i vostri lavori con la massima attenzione, in tutte le tappe successive.    

Congratulazioni ancora per questo inizio.

Grazie, buon lavoro a tutti.

kick off meeting Centro Nazionale di Ricerca