Case agli studenti, il piano del ministro.
L’esponente del governo e l’emergenza affitti: il tema sotto i riflettori in occasione dell'inaugurazione dell’anno accademico. L'attesa del popolo delle tende
Bernini incontra oggi all'ateneo universitari da tutta Italia: «Fondi a Verona per la residenza Esu, entro l'estate la graduatoria»
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Case agli studenti, il piano del ministro
Verona e lo studentato bloccato Bernini: graduatoria entro l'estate
L’esponente del governo e l’emergenza affitti: il tema sotto i riflettori in occasione dell'inaugurazione dell’anno accademico. L'attesa del popolo delle tende
Bernini incontra oggi all'ateneo universitari da tutta Italia: «Fondi a Verona per la residenza Esu, entro l'estate la graduatoria»
Ministro Bernini, la sua presenza all'inaugurazione dell'anno accademico a Verona ha un grande valore. Arriveranno in città, solo per lei, i rappresentati degli universitari Udu di tutta Italia.
“Mi fa piacere perché mi aiuteranno a richiamare l'attenzione sull'Università di Verona e sulle università di tutta Italia. L'ascolto e il confronto sono, da sempre, le basi del mio lavoro. A maggior ragione adesso che ho la responsabilità di un Ministero. Tra l'altro ho già incontrato ieri i rappresentanti Udu nel corso della riunione del Consiglio nazionale degli studenti. E' stato un confronto stimolante”.
Ha dato loro qualche buona notizia rispetto all'emergenza alloggi denunciata con la protesta delle tende?
“Questo governo sa che garantire il diritto allo studio non è una parola ma un percorso, significa mettere in campo non una ma più azioni contemporaneamente. Noi stiamo mettendo il massimo impegno anche, ma non solo, con il supporto dei fondi del Pnrr. Un Piano che ha l'ambizioso obiettivo di creare 60mila posti letto entro il 2026. Ne abbiamo già realizzati 7.500, ma siamo solo all'inizio dell'opera. L'impresa è titanica. Per darne l'idea, ad oggi ne abbiamo concretizzati 40.000. Ora, in tre anni, dobbiamo farne altri 52.500”.
Il magnifico rettore Pier Francesco Nocini è stato più volte alla tendopoli. Ha detto: "Io sto con i miei studenti, sempre. Se il governo vorrà ascoltarmi, ho le soluzioni per l'emergenza alloggi a Verona. II diritto allo studio deve essere garantito e la è chiamata a farsene carico".
“A memoria non ricordo quale altro governo, ad un mese dall'insediamento, abbia stanziato quasi 1 miliardo per i posti letto e il diritto allo studio. In legge di Bilancio ci sono 400 milioni per gli alloggi universitari, che nei prossimi anni porteranno alla creazione di circa 10.000 mila posti letto in più, e 500 milioni per le borse di studio. La politica, le istituzioni, devono saper dare risposte, ma è necessario farlo con il coinvolgimento di tutti. Il Pnrr prevede l'ingresso anche degli operatori privati all'interno del mercato degli studentati. Su questo voglio essere particolarmente chiara: per consentire di soddisfare a pieno la domanda attuale nei tempi nei tempi di realizzazione imposti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la strada del partenariato pubblico-privato è imprescindibile”.
L'Esu di Verona ha fermo un progetto di acquisto di un immobile in via Nicola Mazza di proprietà della curia da trasformare in studentato, con i fondi Pnrr. Manca solo l'ok del ministero. L'Esu denuncia di avere fermi in bilancio 3 milioni di euro. Pensa che arriverà il nulla osta del Governo?
“Non si tratta di bandi Pnrr ma di risorse stanziate con un bando della legge 338 del 2000 che prevede il cofinanziamento dello Stato per la realizzazione di residenze universitarie. Gli esperti preposti al vaglio delle candidature sono al lavoro e prima della pausa estiva concluderanno la graduatoria. E’ evidente che non si tratta di un nulla osta ma di una vera e propria valutazione dei progetti.
Emergenza alloggi, gli esperti di demografia dicono che è collegata agli affitti turistici. La sua collega Santanchè sta lavorando per mettere un tetto a questo tipo di locazioni. Come si può convincere i privati a convergere sulle locazioni tradizionali aprendo agli studenti? Esistono benefit che il Governo potrebbe mettere sul tavolo per invertire la rotta?
“Tutto il Governo è impegnato su questo tema. Si tratta di una questione che abbraccia più competenze e chiama in causa più responsabilità. Per la parte mia ho avviato gruppi di lavoro coinvolgendo tutti gli interlocutori interessati: sindaci, le regioni, le università, le associazioni degli studenti. Ho lanciato una manifestazione pubblica d’interesse per mappare la disponibilità di alloggi pubblici e privati da convertire in studentati. Ho istituito un gruppo di lavoro che dovrà garantire le modalità per applicare prezzi calmierati degli affitti”.
Cosa risponde al sindaco Brugnaro che sostiene che “gli accampati delle tende” devono svegliarsi, devono lavorare se serve, e cercare casa in periferia dove i prezzi sono più accessibili?
“Rispondo che andremo avanti con determinazione per consentire a tutti gli studenti pari opportunità di scelta. Lo studio è impegno, non sempre ci sono le condizioni ideali per frequentare l'università e laurearsi. Vogliamo creare le condizioni per aiutare soprattutto chi è meno fortunato”.
Altro tema, i cervelli in fuga: come non dare ragione ai nostri giovani laureati che, non riuscendo a trovare sbocchi professionali soddisfacenti in Italia e, tanto meno, a realizzare il sogno della carriera universitaria, trovano fuori dal Paese soluzioni più redditizie e di grande soddisfazione?
“Non è un problema fare esperienze all'estero, che anzi sono necessarie, anche perché la scienza non conosce frontiere. Il termine "fuga" non mi piace, penso più ad una opportunità. Tuttavia è vero che l'Italia non riesce ancora ad essere particolarmente attrattiva per far tornare questi cervelli e non disperdere intelligenze su cui abbiamo comunque investito per formarle. Intanto per l'assunzione di giovani ricercatori abbiamo pensato ad un sistema di sgravi fiscali, lanciato dottorati innovativi industriali, promosso partnership con le aziende, abbiamo previsto specifiche misure di welfare. Stiamo affrontando anche questo tema con scelte chiare e ci dà forza l'esempio positivo di scienziati italiani di fama internazionale che scelgono di tornare in patria per proseguire il loro percorso”.
Numero chiuso a medicina. Come spiegare la necessità di mantenere l'accesso programmato di fronte alla cronica carenza di dottori? Com'è possibile che a fronte di 70mila candidati ci siano solo 15mila posti? Perché non si può tomare al vecchio sistema della "selezione naturale"? II diritto costituzionale dello studio è messo in ginocchio da test che non premiano il merito ma solo, pare, la fortuna.
“Aumenteremo i posti, ma non possiamo aprire le porte del corso di laurea in Medicina e Chirurgia a tutti. Dal prossimo anno accademico ci sarà circa il 30 per cento delle immatricolazioni in più. Siamo arrivati a questa conclusione dopo un lungo lavoro di studio che ha preso in considerazione più fattori. Non è solo una questione di nuovi accessi. Va infatti considerata la capacità del nostro sistema universitario e sanitario di assorbire i futuri nuovi medici. L'emergenza è ora, anche per via della pandemia, ma noi dobbiamo ricordare che stiamo formando i medici del prossimo decennio. Sottolineo inoltre che una delle criticità più importanti è quella delle specializza7ioni. E anche su questo vogliamo dare presto delle risposte.