Università di Enna Kore: inaugurato l'anno accademico 2021-2022

L'intervento di apertura del Ministro Maria Cristina Messa

Saluto il Presidente Mattarella, il Magnifico Rettore, le autorità presenti, i colleghi, il personale tecnico e amministrativo, gli ospiti e soprattutto le studentesse e gli studenti.
Vi ringrazio per il vostro invito. Sono molto lieta di visitare un’università non solo del Mezzogiorno ma anche di un’area interna che ha bisogno di tutto il nostro supporto.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a cambiamenti significativi per gli atenei che, oltre alle tradizionali funzioni di didattica, ricerca e terza missione, sono diventati anche molto altro: sono avamposti di futuro, incubatori di innovazione, granai di intelligenze e competenze, attrattori di imprese e altro ancora.
Tali attività sono impegnative sotto il profilo della responsabilità non solo pratica, ma anche politica e morale, perché alle università, le comunità locali e nazionali, guardano come strumenti per attivare il cambiamento e l’inversione di rotta.
Azioni che significano contrastare l’impoverimento e la dispersione del capitale umano, attrarre e far nascere imprese, incoraggiare la crescita dell’economia locale, intervenire sulla qualificazione urbana e sui servizi alla persona: dalla sanità all’amministrazione delle istituzioni.


È indubbio che le università soffrano di tali carichi, non sempre immediatamente riconoscibili o adeguatamente valutabili. Ma è vero, come ricorda la denominazione di questo stesso Ateneo, che sono generatrici di vita, primavera del domani, di tutto il domani non di una sola parte.
Credo di sapere le difficoltà delle università, il costo standard e dei punti organico, i costi di manutenzione degli edifici storici, le politiche di reclutamento.

Ritengo che il miglior modo di aiutare sia quello di sollecitare il superamento di ogni forma di isolamento autoreferenziale e di concorrenzialità territoriale per fare rete, dall’altro stimolare l’attivazione di politiche locali complementari a quelle nazionali su ricerca e alta formazione.


Non si stanno correndo i cento metri piani, ma una staffetta, dove non vincerà un singolo, ma una squadra che saprà meglio organizzarsi, riconoscere, valorizzare e mettere competenze, infrastrutture, risorse, idee a sistema.
È questa la filosofia che ha ispirato anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Questa scelta ha portato al modello hub&spoke che vuole essere uno strumento di ripartenza e ricostruzione, non una fonte di finanziamento.
C’è bisogno di un cambio di paradigma: non si tratta di presentare progetti di ricerca, quanto di immaginare e costruire il futuro dell’Italia a partire dalle competenze che si è in grado di coinvolgere e aggregare.


La ricerca sta alla base di tutto, una ricerca buona, una ricerca che dipende dall’immaginazione.  «Ciò che oggi è dimostrato, fu un tempo solo immaginato» diceva William Blake e questa è una visione incoraggiante.
Per farlo servono risorse, continuità, visione e politiche. Azioni su cui si è intervenuto per la prima volta da tempo, con il PNRR e con interventi nazionali.
Sono molte le risorse in campo oggi, vi invito ad adottare una visione di sistema e di filiera, indipendentemente dall’area di intervento. È questo il cambio di visione e di passo.


Quanto finora detto, care studentesse e studenti, non vi relega a una mera funzione spettatoriale, ma richiede il vostro impegno e coinvolgimento. Senza di voi sarà difficile cambiare il corso delle cose. Vi invito a essere partecipi, a non essere indifferenti.
Il Sud ha bisogno che le vostre intelligenze e la vostra creatività non vengano né strozzate, né mortificate, tantomeno debbano migrare per trovare adeguato riconoscimento economico e sociale. Voi siete il Sud di domani e oggi siete chiamati a cambiarlo. Siate esigenti, siate vigili, siatene i protagonisti. 

 

Auguri e buon anno accademico.