Ricerca, Messa: "La trasformazione per essere utile va programmata"

Il Ministro dell’Università e della Ricerca all’evento “Progetto MIND

Il Ministro dell’Università e della Ricerca all’evento “Progetto MIND, sinergie per l’innovazione in Lombardia

«Con Expo erano tre le parole chiave: trasformare, valorizzare, innovare» ha detto il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, intervenendo all’apertura dei lavori dell’evento “Progetto MIND, sinergie per l’innovazione in Lombardia” organizzato da Regione Lombardia e Arexpo, nell’area che ospitò Expo Milano 2015, con l’obiettivo di condividere un percorso di sviluppo e crescita per i prossimi anni.
«La trasformazione un po’ l’abbiamo subita – ha spiegato il ministro – ma credo che ancora di più oggi capiamo come quella utile sia la trasformazione che viene programmata. Per questo oggi dobbiamo riuscire a impostare una guida per una trasformazione che parta dal grande finanziamento in arrivo dall’Europa ma in grado di costruire un sistema che si alimenti da solo nel tempo». 

«Valorizzare le persone, le strutture, le infrastrutture, il suolo vuol dire saper ascoltare i bisogni, non essere avulsi dalla realtà, saper dare valore alle necessità della nostra società» ha proseguito Messa. «Nell’ambito della ricerca e dell’innovazione italiana abbiamo moltissime risorse e moltissime realtà: tanto è stato fatto e stiamo continuando a fare per mettere in rete queste risorse in modo che siano in grado di competere con l’estero».

«Innovazione è una parola che torna sempre e che va sostenuta, soprattutto con due misure: la semplificazione, soprattutto dei rapporti pubblico-privato, e il sostegno di nuove sperimentazioni, nuove forme di lavoro in parallelo» ha continuato il ministro. «Sicuramente c’è un percorso che dalla ricerca porta all’innovazione, ma è molto difficile oggi sapere fino a che punto arriva il ricercatore e da che punto inizia l’impresa a costruire sull’innovazione fatta dal mondo della ricerca perché spesso queste sono strade che viaggiano in parallelo. È un modello complesso che va ripensato e che va fortemente incentivato, intervenendo anche sulla formazione che sempre più deve creare ponti tra le discipline» ha concluso il ministro.