Una nuova macchina per misurare le onde gravitazionali: Sassonia e Sardegna dovrebbero lavorare insieme al telescopio Einstein
onde gravitazionali


Una nuova macchina per misurare le onde gravitazionali: Sassonia e Sardegna dovrebbero lavorare insieme al telescopio Einstein

I ricercatori vogliono capire l'origine dell'universo misurando le onde gravitazionali. Il rilevatore necessario a tale scopo dovrebbe essere costruito in Sassonia e in Sardegna. A sostenerlo è il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi.

Un articolo di Giorgio Parisi  su Tagesspiegel

 

Già nel 1916 Albert Einstein aveva previsto l'esistenza delle onde gravitazionali, provocate dall'accelerazione di grandi masse come i buchi neri. Tuttavia, solo nel settembre 2015 il rilevatore LIGO è riuscito a rilevare per la prima volta queste onde gravitazionali. Una scoperta che nel 2017 è stata premiata con il Premio Nobel per la Fisica.

Ora si prevede di costruire un nuovo rilevatore molto più preciso, il telescopio Einstein. Questo osservatorio sotterraneo, che dovrebbe catturare le onde gravitazionali e consentire una migliore esplorazione dell'universo, è una delle iniziative più promettenti nella ricerca di base. L'ambizioso progetto consentirà ai ricercatori di esplorare la storia cosmica dalle sue origini, comprendere i fenomeni astrofisici più complessi e sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate.

Grazie al suo eccezionale potenziale innovativo, il progetto è stato inserito a luglio dal Governo federale tedesco nella short-list dei nove progetti scientifici prioritari, selezionati tra trentadue proposte. Con questa scelta, la Ministra Dorothee Bär ha molto opportunamente sottolineato la rilevanza nazionale scientifica, economica e sociale del progetto.

Questa decisione apre ora la strada ad un’opportunità unica di collaborazione tra Germania e Italia, due grandi Paesi con una lunga tradizione di eccellenza scientifica che hanno la capacità di sostenere nel tempo un progetto di così grande portata.

L’Italia propone infatti di ospitare l’osservatorio nel sito di Sos Enattos, in Sardegna: un territorio che presenta caratteristiche tecniche oggettivamente ideali. Il Paese vanta inoltre una leadership europea consolidata nella ricerca sulle onde gravitazionali – ospitando l’unico interferometro europeo a Pisa, EGO-Virgo - e nella costruzione di laboratori sotterranei – basti pensare al Gran Sasso –, oltre a una lunga esperienza in settori chiave quali meccanica, criogenia, ottica, elettronica e robotica.

Con un investimento finanziario già assicurato di 1,3 miliardi di euro e un forte sostegno istituzionale, l’Italia si candida seriamente a ospitare l’Einstein Telescope e propone una collaborazione di alta qualità con la Germania per la realizzazione dell’infrastruttura su due siti gemelli, in Sardegna e in Sassonia.

La soluzione tecnicamente migliore

Questa configurazione a due bracci separati (2L) è ritenuta dalla comunità scientifica internazionale la soluzione più idonea dal punto di vista tecnico, finanziario e di gestione dei rischi. La Sassonia, pur avendo presentato di recente la sua candidatura ad ospitare il sito, offre caratteristiche geofisiche ideali per questa collaborazione, una comunità scientifica consolidata e il pieno supporto istituzionale del Land, favorevole ad una collaborazione con l’Italia.

Per la Germania, partecipare all’Einstein Telescope con la realizzazione di uno dei due bracci in Sassonia rappresenta un’opportunità strategica per rafforzare il proprio ruolo nella ricerca sulle onde gravitazionali, adottando una soluzione più sicura dal punto di vista tecnico e generando nuove prospettive di sviluppo tecnologico ed economico. La Sassonia, con un PIL pro capite inferiore alla media nazionale, potrebbe beneficiare in modo significativo dal progetto, che può diventare un catalizzatore di crescita, occupazione e innovazione per la regione.

Una collaborazione italo-tedesca nella realizzazione dell’Einstein Telescope permetterebbe di creare un progetto europeo di grande respiro, coinvolgendo non soltanto Germania e Italia, ma anche Paesi confinanti come Polonia e Repubblica Ceca. Permetterebbe di rafforzare il legame scientifico e tecnologico tra questi quattro Paesi, valorizzare gli investimenti già realizzati e creare nuove opportunità di sviluppo per aree dell’Europa che attendono un rilancio economico e sociale.

ET non è solo un’opportunità per la scienza, ma anche un motore di crescita.

In un’epoca di crescente competizione globale nella scienza e nella tecnologia, unire le forze su un progetto di questa portata non è solo auspicabile, ma necessario. Con Einstein Telescope, Nord e Sud Europa potrebbero unire le forze, consolidando la leadership scientifica e l’autonomia strategica dell’Europa. Lavorare insieme oggi significa costruire il futuro, rafforzare l’innovazione e creare opportunità per le generazioni a venire.