Energia: le proposte per Istituzioni della formazione superiore ed Enti di ricerca

Messa: tra i primi a voler agire anche in questo campo, proponendo i Piani Energetici Triennali

«Il sistema universitario, della ricerca e della cultura è spesso stato precursore e guida per l’intera società su temi strategici per il Paese e anche in questa fase è tra i primi a voler agire verso una transizione sostenibile».  Così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, spiega i risultati, raccolti e pubblicati nell’Executive Summary, del lavoro svolto dal “Tavolo tecnico per lo studio di proposte in tema di risparmio energetico destinate alle Istituzioni della Formazione superiore e agli Enti di Ricerca” istituito a marzo scorso e coordinato dal Prof. Stefano Paleari.

«In questi mesi abbiamo fatto una attenta e puntuale ricognizione sui consumi e sui costi per università, enti di ricerca e istituzioni dell’alta formazione artistica che ci consente oggi di portare delle proposte concrete, che lasciamo al futuro Governo in vista della prossima legge di bilancio, per mettere in campo azioni di breve, medio e lungo periodo per conseguire un risparmio energetico. Tra queste proposte anche la previsione di chiedere alle università, agli enti di ricerca e alle istituzioni AFAM di elaborare dei Piani Energetici Triennali».

Dai dati elaborati e riportati nel documento, emerge come la “bolletta energetica” delle Istituzioni analizzate (appunto università, enti di ricerca e istituzioni AFAM) sia pari a circa 230 milioni di euro all’anno nel periodo considerato, con una spesa per il 2021 pari a 250 milioni di euro, costi che potrebbero raddoppiare nel 2022.

Dal 2015 al 2021, però, l’autoproduzione di energia è cresciuta di quattro volte, arrivando a coprire circa il 2% del fabbisogno energetico complessivo, un valore che “potrebbe crescere ulteriormente e, attraverso opportuni sistemi incentivanti e la realizzazione di accordi con le soprintendenze, raggiungere quote pari al 10% del fabbisogno energetico”.

«Dobbiamo tenere insieme azioni – ha aggiunto il ministro – con un immediato impatto con quelle che daranno risultati nei prossimi anni, grazie al sostegno, anche economico e incentivante, che dovrà essere previsto».

Nelle “prime risultanze” contenute nel documento, sono suggerite, in particolare, diverse azioni da adottare nel breve, medio e lungo termine.

Per quanto riguarda l’immediato, “ci si può concentrare – è scritto nel documento – sulla “smartizzazione” degli edifici, attraverso l’installazione di misuratori dei consumi termici, elettrici e del comfort ambientale e per la definizione della firma energetica dell’edificio. La presenza di sensori permetterebbe la regolazione degli impianti in tempo reale e in relazione alle presenze rilevate e la pianificazione nell’uso degli spazi. Altre azioni di breve: regolazione dei livelli di temperatura mandata/ritorno degli impianti di distribuzione tramite controllo da remoto e l’implementazione di manutenzione predittiva. Infine, la sostituzione dei corpi illuminanti interni ed esterni con lampade LED”.

Tra gli interventi di medio termine, invece, nell’executive summary si sottolinea come “ci si potrebbe concentrare su nuovi allacci alla rete di teleriscaldamento e avviare la valutazione preliminare per l’ampliamento della superficie fotovoltaica”.

Infine, per quanto riguarda il lungo termine, “certamente sono auspicabili interventi sull’involucro degli edifici e sugli infissi” specificano gli esperti.

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