Spazio, Messa: “Italia in prima linea in Ricerca spaziale. Con Pnrr previsti notevoli investimenti”

Il Ministro Messa all’evento “Scienza e Ricerca spaziale italiana tra passato e futuro” organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana

“L’Italia si può definire un Paese spaziale: è stata tra le prime nazioni a lanciare in orbita satelliti, è uno dei membri fondatori dell’ESA e oggi è il terzo contributore dell’Agenzia Spaziale europea. Da cinquant’anni l’Italia sostiene la ricerca spaziale creando conoscenza e sviluppo di tecnologie”.

Così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, intervenendo all’evento “Scienza e Ricerca spaziale italiana tra passato e futuro” organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana.

“La ricerca nel settore spazio è un’area di evidente interesse, di grandi investimenti e di grandi ritorni. È un’area in cui l’intreccio tra mondo della formazione, della ricerca e dell’impresa è in grado di creare ponti continui, per il successo di tutti e senza penalizzare alcuno”.

“Lo Spazio - ha continuato il ministro - è forse l’area in cui è più evidente a tutti, alla politica in modo particolare, come ricerca voglia dire innovazione. È un’area in cui conta la filiera, un’area in grado di mettere insieme ricercatori, italiani e stranieri, industria, nazionale ed estera, e una forte competitività a livello internazionale nello sviluppo di prodotti e servizi. È un settore in cui lo spettro del Technology Readiness Level (TRL) è completo. Lo Spazio è un settore, per la ricerca, di rilevanza economica incredibile. Il fatturato registrato dall’industria spaziale globale è di 350 miliardi di dollari e potrebbe superare i 1.000 miliardi di dollari entro il 2040. È un settore che rappresenta una opportunità unica, anche per il nostro Paese dove ci sono oltre 200 aziende impegnate su tutta la catena del valore”.

“Noi ora dobbiamo tradurre il PNRR, nel quale sono previsti notevoli investimenti anche nell’ambito spazio, in atti concreti, in realtà, dobbiamo farlo subito, in tempi certi, senza dimenticare i programmi nazionali come PRORA che il MUR continuerà a sostenere”.

“Stiamo lavorando per rafforzare il sistema di ricerca e formazione – prosegue il Ministro - agendo su tutti i punti della ricerca, da quella individuale per la quale bandiremo presto i Grant individuali grazie al Fondo italiano per la scienza, alla ricerca collaborativa e quella più orientata al trasferimento. Un’azione importante da fare nel nostro Paese è definire masse critiche e reti di ricerca, anche nel settore dello spazio: noi abbiamo una grande disseminazione che a volte diventa frammentazione che non possiamo più permetterci. Non bastano i finanziamenti, bisogna dare una struttura in evoluzione, dinamica e flessibile”.

“La formazione, in tutto questo, è fondamentale: ci sono già, nei nostri atenei, molte esperienze di insegnamenti estremamente interdisciplinari, con una formazione che sta guardando al di là degli schemi con cui siamo cresciuti. Importante, però, - conclude il Ministro dell’Università e della Ricerca - è ribadire che le Università formano le nuove generazioni partendo dalle loro capacità di ricerca: non sono semplici “teaching”, ma trasferiscono metodo coniugando qualità e flessibilità”