La ministra Bernini: «In arrivo più risorse per borse di studio e dottorati di ricerca»

Il presente della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, sono i test di Medicina tornati improvvisamente nella bufera per la presunta compravendita di domande denunciata da alcuni studenti.

La ministra Bernini: «In arrivo più risorse per borse di studio e dottorati di ricerca»

«Le verifiche su Medicina sono in corso ma il consorzio Cisia ha confermato che non ci sono state irregolarità»

di Eugenio Bruno - Il Sole 24 Ore 

Il presente della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, sono i test di Medicina tornati improvvisamente nella bufera per la presunta compravendita di domande denunciata da alcuni studenti. «Ho chiesto - spiega al Sole 24 Ore - l’immediata convocazione della Crui e del consorzio Cisia per ricevere informazioni su presunti abusi nello svolgimento dei test di medicina. Cisia ci ha comunicato l’infondatezza delle indiscrezioni e ha confermato che non ci sono state irregolarità. Le verifiche - aggiunge - sono comunque in corso. È nostro interesse fare piena luce su questa vicenda a tutela innanzitutto degli studenti. I Tolc per Medicina sono alla loro prima prova pratica, se non funzionano siamo pronti a rivederli. Vogliamo che l’anno accademico inizi bene e con regolarità, e soprattutto vogliamo un sistema che funzioni perché il nostro obiettivo è continuare ad aprire, sempre in maniera sostenibile, l’accesso a medicina». Il suo futuro prossimo è invece la trattativa sulla manovra che impegnerà l’intero Governo.

 

Possiamo aspettarci un aiuto in manovra sulle borse di studio come già avvenuto l’anno scorso?

Università e ricerca non sono una voce di spesa, sono un investimento. Sappiamo che questa legge di bilancio non sarà semplice, ma ci sono delle priorità che il governo non mette in discussione. La tutela del diritto allo studio è una di queste. Deve essere un diritto reale e lo abbiamo già dimostrato all’indomani del nostro insediamento destinando risorse per un miliardo. Quest’anno ci siamo dati un altro obiettivo: garantire borse di studio anche agli idonei non beneficiari, in modo da coprire interamente la platea degli aventi diritto. È una platea che deve essere salvaguardata. Altra nostra priorità è il potenziamento delle borse dei dottorati di ricerca in generale e con particolare riferimento a quelli che abbracciano le materie del futuro, come l’intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche, su cui il Governo sta puntando la sua azione anche per venire incontro alle esigenze delle imprese.

Passiamo al Pnrr. Avete proposto di destinare più risorse alle borse di studio per aumentare non solo gli importi ma anche i beneficiari. È fiduciosa?

Sì, assolutamente. Con la Commissione europea è in corso da tempo un dialogo che ritengo costruttivo. Non c’è solo da raggiungere un target quantitativo, basato sul numero dei beneficiari, ma anche un target “qualitativo”, che vada a incrementare il beneficio economico per ciascuno studente avvicinandolo il più possibile al costo della vita. La nostra proposta è chiara: per il 2023 pensiamo a un aumento medio dell’importo di 500 euro, che per il 2024 dovrà salire a 700 euro. Sappiamo che solo così è possibile generare un effetto migliorativo sull’intero sistema. Il numero delle borse di studio, ci tengo a sottolinearlo, è soggetto a tante variabili, come il numero totale delle iscrizioni all’università e l’andamento del reddito delle famiglie.

Ci sono poi gli alloggi. Dalla manifestazione di interesse sono emersi 80mila posti da riconvertire tra pubblico e privato. Vede più vicino il target del Pnrr dei 60mila posti in più entro il 2026?

 

Siamo soddisfatti del risultato della manifestazione d’interesse che si è conclusa a luglio. Abbiamo lavorato benissimo con i sindaci e i presidenti di Regione. Le amministrazioni locali sono state tutte molto collaborative. Ora stiamo ultimando l’istruttoria per avere il numero definitivo degli immobili da poter convertire in posti letto. Sappiamo che rispetto alla disponibilità iniziale di 80mila posti censiti ci sarà una scrematura fisiologica del 10-15 per cento.

Per rendere più appetibile l’investimento si può pensare di aumentare il contributo ai privati di 12.500 euro per posto letto?

Il target sugli alloggi è decisamente sfidante: 60mila posti in più da realizzare da qui al 2026, partendo da una base di appena 40mila posti letto creati in decenni. È evidente che siamo di fronte a un problema strutturale che non si può risolvere in una manciata di mesi. Nelle rimodulazioni del Pnrr abbiamo evidenziato questo dato di realtà. È chiaro che bisogna rendere più appetibile gli investimenti, pubblici e privati, in alloggi universitari. La rimodulazione proposta tiene quindi conto di questa esigenza su cui siamo certi troveremo la Commissione d’accordo.

A che punto il restyling del portale Universitaly?

Work in progress! La piattaforma è ai nastri di partenza. Non è un semplice restyling del portale, vogliamo interagire con gli studenti, andare incontro alle loro necessità e offrire un servizio su misura. Universitaly metterà a disposizione di tutti la nostra offerta formativa, dalle università, ai conservatori, alle accademie. I ragazzi italiani e stranieri potranno trovare notizie sulle borse di studio, sui nuovi corsi, sulla disponibilità di alloggi. È un portale dinamico, che vuole ascoltare e dialogare con gli studenti. Al centro della nostra azione ci sono sempre loro.