Più borse, maggiore interdisciplinarità, nuovi corsi industriali e di interesse nazionale
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento del ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, sulle modalità di accreditamento, l’istituzione e la disciplina dei dottorati di ricerca.
«Con questa riforma abbiamo introdotto la necessaria flessibilità che permette carriere diverse al termine del dottorato, mantenendo saldi i criteri di qualità scientifica e organizzativa» dice il ministro Messa. «La formazione per la ricerca è un aspetto fondamentale per l’Italia che ha bisogno di innovazione e di dare spazio a ragazze e ragazzi. I giovani devono poter accedere a corsi altamente qualificati, internazionali, variegati nelle tematiche, acquisendo autonomia scientifica e capacità innovativa da trasferire al mondo del lavoro».
Questa riforma, prevista anche tra le misure di competenza del MUR per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, punta a innalzare e potenziare il livello di qualità dei percorsi dottorali, a favorire l’istituzione di nuovi corsi di dottorato di ricerca, aumentandone le tipologie, a semplificare le procedure per coinvolgere nei percorsi soggetti esterni all’università, a promuovere, grazie al partenariato pubblico-privato, l’istituzione di dottorati di interesse nazionale – tra cui quelli innovativi per la pubblica amministrazione e quelli per il patrimonio culturale – volti a contribuire al progresso della ricerca all’interno delle aree prioritarie del Next Generation EU, del Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) e dei suoi piani nazionali, il riconoscimento dei dottorati industriali nei quali deve essere dato un particolare rilievo alla promozione dello sviluppo economico e del sistema produttivo.
Nel dettaglio, il nuovo regolamento prevede che siano sempre le università a dover chiedere l’accreditamento dei corsi di dottorato – che viene disposto dal MUR su conforme parere dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) e che dura 5 anni con un sistema di monitoraggio e di verifica periodica – ma apre alla possibilità che possano farlo anche in forma associata, stipulando convenzioni o costituendo consorzi, con altri atenei e con enti di ricerca pubblici o privati, anche esteri, con le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, con imprese che svolgono una qualificata attività di ricerca e sviluppo, con pubbliche amministrazioni, istituzioni culturali e infrastrutture di ricerca di rilievo europeo o internazionale.
Tra i requisiti previsti affinché un’università possa chiedere l’accreditamento di un corso di dottorato, oltre ai criteri relativi alla composizione del collegio dei docenti e all’assicurazione di congrui e stabili finanziamenti per la sostenibilità, è indicato il numero medio delle borse di studio, che vengono portate da sei del precedente regolamento alle quattro attuali stabilendo, per i dottorati in convenzione o consorzio con più soggetti, un limite minimo di borse da finanziare per tutti i soggetti parte del progetto.
Un’ulteriore novità riguarda, poi, la possibilità per gli specializzandi di medicina di frequentare congiuntamente un corso di dottorato, accertando che siano compatibili l’attività e l’impegno previsti dai due percorsi, mentre una disciplina specifica è rivolta all’accreditamento dei dottorati previsti nell’ambito del PNRR, per i quali si prevede una procedura semplificata, in modo da sostenere il rilevante aumento delle borse di dottorato previste proprio dal Next Generation EU.
Il regolamento prevede sempre che per essere ammessi al corso di dottorato, che ha una durata di almeno tre anni, si partecipi a una selezione pubblica che può essere indetta anche più volte all’anno e alla quale possono partecipare anche i laureandi che conseguano il titolo di studio richiesto dal bando entro la data di iscrizione al corso di dottorato.